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L’EFSA raccomanda che gli Stati membri conducano analisi sugli schemi di comportamento dei vettori del virus della febbre catarrale ovina

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La Commissione europea ha chiesto al gruppo di esperti scientifici sulla salute e il benessere degli animali (AHAW) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) di formulare un parere in merito alla febbre catarrale degli ovini, incentrato specificamente sullo svernamento del virus della febbre catarrale e sulle misure da adottare per proteggere gli animali dall’attacco dei vettori.

Il gruppo di esperti scientifici ha affermato che, benché non sia stato individuato un singolo meccanismo responsabile, da solo, della sopravvivenza del virus della febbre catarrale durante l’inverno, il mezzo più probabile restano i moscerini di Culicoides infetti.

Benché i dati più recenti indichino che in varie zone d’Europa alcuni moscerini Culicoides possono rimanere attivi in ambienti chiusi durante l’inverno, il ruolo di tali insetti nel prolungamento del periodo di trasmissione del virus non è ancora chiaro. Il gruppo di esperti scientifici ha concluso che, in talune aree geografiche d’Europa, potrebbe non esserci un periodo completamente esente da vettori.

Il gruppo di esperti scientifici ha aggiunto che sono necessarie ulteriori informazioni sulle attività invernali dei Culicoides, alla luce del giorno e al chiuso, e sulla loro capacità di diffondere la malattia. Gli esperti raccomandano pertanto che gli Stati membri conducano analisi approfondite a livello regionale, in quanto il comportamento di tali insetti può variare a seconda del luogo e della stagione.

Nel parere sono stati inoltre esaminati i dati sull’ efficacia Corretto funzionamento di qualcosa rispetto a standard predefiniti o alle aspettative. degli insetticidi come una delle misure per proteggere gli animali dall’attacco dei vettori. Il gruppo di esperti scientifici AHAW ha precisato che gli insetticidi possono essere usati per limitare la popolazione Comunità di persone, animali o piante della stessa specie. di Culicoides e il tasso delle punture, riducendo in tal modo il rischio di una successiva trasmissione del virus della febbre catarrale, ma che tuttavia non vanno impiegati come unica misura per proteggere gli animali dall’attacco dei Culicoides.

Entro settembre 2008, il gruppo di esperti scientifici AHAW pubblicherà un ulteriore parere incentrato, nello specifico, sui rischi collegati al transito degli animali nelle aree in cui è presente l’infezione da febbre catarrale.[1]

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