L’EFSA pubblica due pareri sui livelli di monitoraggio della BSE nei bovini
Il gruppo di esperti scientifici sui pericoli biologici (BIOHAZ) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato due pareri sul monitoraggio dell’encefalopatia spongiforme bovina (BSE) nei bovini nei 15 paesi che per primi hanno aderito all’Unione europea (UE a 15)[1]. Ogni anno nell’UE a 15 vengono sottoposti a test di rilevamento della BSE circa 10 milioni di bovini. Il numero di casi di BSE individuati nei bovini in questi paesi è sceso da 2.164 nel 2001 a 149 nel 2007. Secondo il gruppo di esperti scientifici, se l’età degli animali sottoposti a test di rilevamento della BSE venisse elevata dagli attuali 30 mesi a 36 o a 48 mesi nel caso dei bovini macellati [2], è probabile che in tutto il territorio dell’UE a 15 possa sfuggire ai controlli meno di un caso di BSE all’anno. Se, invece, l’età degli animali sottoposti ai test venisse elevata a 60, 72 e a 84 mesi di età, in questo stesso territorio potrebbero sfuggire ai controlli rispettivamente meno di 2, 4 e 6 casi di BSE. Il gruppo ha altresì valutato il cosiddetto gruppo di bovini “a rischio”[3], affermando che, se l’età degli animali “a rischio” sottoposti a test di rilevamento della BSE fosse portata dagli attuali 24 mesi a 30, a 36 o a 48 mesi, è probabile che ogni anno possa sfuggire ai controlli nell’UE a 15 meno di un caso di infezione. Se invece l’età fosse portata a 60 mesi, potrebbero sfuggire ai controlli meno di 3 casi all’anno. Il gruppo di esperti scientifici ha inoltre prodotto un parere sui limiti d’età per il rilevamento della BSE atipica[4]e per un’eventuale ricomparsa della BSE in futuro. Nella sua valutazione, il gruppo di esperti scientifici ha altresì osservato che, dal 2001, l’epidemia di BSE sta registrando un costante e significativo calo nell’UE a 15.
Dal 1994 sono in vigore nell’UE misure volte a tutelare la salute dell’uomo e degli animali dalla BSE. Tra tali misure si annoverano la rimozione di taluni organi e parti del bestiame (il cosiddetto materiale specifico a rischio[5]) prima della destinazione al consumo umano e il divieto di somministrare agli animali mangimi contaminati con proteine animali (“divieto assoluto concernente i mangimi”[6]). Il sistema di monitoraggio della BSE oggetto della presente valutazione è stato introdotto per assistere i gestori del rischio in particolare per quanto riguarda il monitoraggio dell’evoluzione di tale infezione nei bovini e, quindi, nell’ambito della valutazione dell’efficacia delle misure di gestione del rischio Gestione dei rischi individuati tramite la valutazione del rischio. Comprende la pianificazione, l'attuazione e la valutazione di qualsiasi azione conseguentemente intrapresa per proteggere i consumatori, gli animali e l'ambiente adottate.
La Commissione europea ha chiesto all’EFSA di formulare un parere per informare i gestori del rischio dell’UE (Commissione europea, Parlamento europeo e Stati membri dell’UE) dei possibili cambiamenti intervenuti nel regime di monitoraggio nell’UE a 15. Un ulteriore quesito è stato posto dal Belgio, ampliando così il mandato della prima valutazione; tale richiesta è stata pertanto oggetto di un parere distinto. Il gruppo di esperti scientifici ha esaminato i dati a disposizione relativi al monitoraggio della BSE raccolti tra il 2001 e il 2007.
Il gruppo di esperti scientifici ha inoltre osservato che il limite di età di 48 mesi nel bestiame “a rischio” consentirebbe di individuare la maggioranza dei casi di BSE nel caso in cui tale infezione tornasse a diffondersi. Il gruppo di esperti scientifici ha tuttavia precisato che i test di rilevamento della BSE realizzati su bovini “a rischio” di 24 mesi garantirebbero una maggiore sensibilità nell’individuazione di una possibile ricomparsa della BSE e dovrebbero inoltre consentire l’introduzione di un sistema perfezionato di individuazione precoce ed efficace, nel caso in cui nei bovini dovesse diffondersi una nuova forma di TSE.
Il Belgio ha chiesto altresì all’EFSA di specificare il numero di casi che sfuggirebbero ai controlli qualora l’UE a 15 dovesse interrompere l’esecuzione dei test di rilevamento sui bovini nati dopo il 31/12/2003, ossia circa 3 anni dopo l’introduzione del “divieto assoluto concernente i mangimi”. Il gruppo di esperti scientifici BIOHAZ dell’ESFA ha risposto che, tra gli esemplari nati in un determinato anno nell’UE a 15, sfuggirebbero ai controlli meno di 6 casi di infezione.
Il gruppo di esperti scientifici ha infine affermato che non è chiaro se l’attuale sistema di monitoraggio della BSE fornisca dati affidabili sulla prevalenza della BSE atipica, e ciò a causa delle incertezze quanto alla sensibilità e alla specificità dei test attuali in relazione a questa forma di infezione. Poiché fino a questo momento non sono stati segnalati casi di BSE atipica in esemplari di età inferiore ai 96 mesi, l’innalzamento dell’età per l’esecuzione dei test dagli attuali 24 o 30 mesi fino a un massimo di 60 o 84 mesi non avrebbe un impatto rilevante sull’individuazione della BSE atipica.
- Parere scientifico: Rischio per la salute umana e animale legato alla revisione del regime di sorveglianza della BSE in taluni Stati membri
- Parere scientifico: Ulteriore esame dei parametri età-dipendenti concernenti il rischio per la salute umana e animale derivante dalla revisione del regime di monitoraggio della BSE in taluni Stati membri
[1] Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia e Regno Unito.
[2] Nell’UE vengono attualmente sottoposti a test di rilevamento della BSE esemplari macellati clinicamente sani di età superiore ai 30 mesi. [3] Per bovini “a rischio” si intendono gli animali trovati morti nell’allevamento per qualsiasi causa, gli animali macellati a causa di un incidente o di un’altra ferita grave o letale nonché gli esemplari che, prima della macellazione, presentano segni clinici di qualsiasi genere di malattia. I bovini di età superiore ai 24 mesi considerati potenzialmente “a rischio” sono sottoposti anch’essi a test di rilevamento della BSE. [4] La BSE atipica è una forma di TSE individuata di recente nel bestiame. Questa forma possiede una diversa struttura di proteina Tipo di molecola composta da catene complesse di amminoacidi (i componenti fondamentali delle proteine) prionica, che la distingue dalla cosiddetta BSE “classica”.
[5] Per “materiale specifico a rischio” (SRM) si intendono i tessuti con il più elevato rischio di infettività di BSE. Tali tessuti vengono rimossi in via prioritaria nell’ambito dei controlli della BSE svolti nell’UE. Diversi tessuti vengono classificati nell’UE come SRM, e quindi asportati dai bovini, indipendentemente dall’età dell’animale (per esempio, le tonsille), a partire dai 12 mesi (per esempio, cranio e midollo spinale) o a partire dai 30 mesi (per esempio, colonna vertebrale). REGOLAMENTO (CE) N. 999/2001 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
[6] Il divieto riferito all’uso di proteine animali nei mangimi animali è stato introdotto nell’Unione europea tramite una serie di provvedimenti a partire dal 1994. Il “divieto assoluto concernente i mangimi”, applicato nel 2001, prevedeva il divieto di utilizzo di tutti i tipi di proteine animali, con qualche eccezione, dalla catena alimentare animale. REGOLAMENTO (CE) N. 999/2001 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
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