Valori di riferimento nell’alimentazione: l'EFSA pubblica un parere sulla riboflavina
L’EFSA ha stabilito i quantitativi di riferimento nell’alimentazione per la riboflavina (vitamina B2) nel contesto di un sistematico riesame dei precedenti pareri scientifici sull’assunzione di nutrienti.
Sulla base di nuove risultanze scientifiche, il gruppo di esperti scientifici sui prodotti dietetici, la nutrizione Scienza che studia il modo in cui la dieta è correlata al bisogno di sostentamento dell'organismo e le allergie (NDA) ha deciso di aggiornare i valori dietetici di riferimento per la riboflavina già stabiliti dal Comitato scientifico dell'alimentazione umana nel 1993. Il gruppo ha stabilito i seguenti “quantitativi giornalieri di riferimento per la popolazione Comunità di persone, animali o piante della stessa specie” (PRI):
- 0,6 mg per bambini di età compresa tra 1 e 3 anni;
- 0,7 mg per bambini di età compresa tra 4 e 6 anni;
- 1,0 mg per bambini di età compresa tra 7 e 10 anni;
- 1,4 mg per bambini di età compresa tra 11 e 14 anni;
- 1,6 mg per adolescenti di età compresa tra 15 e 17 anni e per gli adulti;
- 1,9 mg per donne in gravidanza;
- 2,0 mg per donne che allattano.
Per i bambini di età compresa tra 7 e 11 mesi, il gruppo ha stabilito un'assunzione adeguata (AI) di 0,4 mg al giorno.
La riboflavina è una vitamina Sostanza alimentare necessaria in quantità minime per garantire una normale crescita e mantenere in buone condizioni di salute l'uomo e gli animali. La maggior parte delle vitamine sono "essenziali" poiché non vengono prodotte all'interno dell'organismo idrosolubile che ha un ruolo importante nel metabolismo Insieme dei processi fisici e chimici che si svolgono negli organismi viventi energetico e nel funzionamento di vari enzimi. La riboflavina è naturalmente presente in molti alimenti di origine vegetale o animale, compresi latte, prodotti lattiero-caseari, uova e frattaglie.
L'EFSA ha tenuto conto dei commenti sul parere scientifico Documento scientifico che comprende: valutazioni del rischio su questioni scientifiche generiche; valutazioni di una domanda di autorizzazione all'immissione in commercio di un prodotto, una sostanza o un'indicazione; o l'esame di una valutazione del rischio in bozza ricevuti nel corso di una consultazione pubblica tenutasi nell’arco di 5 settimane.
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