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Il gruppo GMO dell’EFSA ribadisce che l’uso del gene nptII come marcatore selezionabile nelle piante geneticamente modificate non mette a rischio la salute umana o animale né l’ambiente

Il gruppo GMO dell’EFSA ha pubblicato una dichiarazione scientifica in cui conferma le precedenti valutazioni della sicurezza delle piante geneticamente modificate (GM) e degli alimenti e mangimi da queste derivati contenenti il gene nptII. Il 2 marzo la Commissione europea (CE) ha inoltrato all’EFSA delle informazioni provenienti dall’Agenzia europea per i medicinali (EMEA) sul valore terapeutico degli antibiotici aminoglicosidici. La CE ha chiesto all’EFSA di tener conto di queste informazioni e di eventuali potenziali ripercussioni sia per la sicurezza del gene nptII sia per i precedenti pareri relativi a specifiche piante GM (e alimenti e mangimi derivati) contenenti il gene nptII.

Stando alle informazioni dell’EMEA, gli aminoglicosidi comprendono una classe di antibiotici che sono sempre più importanti nella prevenzione e nel trattamento di gravi infezioni batteriche invasive nell’uomo. Questo perché microrganismi come il batterio della tubercolosi stanno diventando resistenti ad altre classi di antibiotici. Sempre stando a queste informazioni, sebbene kanamicina e neomicina siano impiegate relativamente poco spesso, si dovrebbe prevedere lo sviluppo di antibiotici analoghi; inoltre, il gruppo degli aminoglicosidi rappresenta una classe di antibiotici decisamente importante per la medicina veterinaria.

Nella sua riunione del 22-23 marzo, il gruppo GMO dell’EFSA ha analizzato le recenti informazioni dell’EMEA, alla luce delle quali ha riesaminato il suo precedente parere sull’impiego del gene nptII come gene marcatore nelle piante geneticamente modificate[1]. Al termine di queste valutazioni il gruppo ha raggiunto il consenso sulla sua posizione e ha redatto una dichiarazione sui geni marcatori nptII della resistenza agli antibiotici nelle piante GM, che contiene anche le conclusioni riportate qui di seguito, interamente documentate con elementi aggiuntivi.

- Il gruppo GMO concorda con l’EMEA che è importante mantenere il potenziale terapeutico del gruppo di antibiotici aminoglicosidici. Il gruppo è inoltre del parere che l’effetto terapeutico di questi antibiotici non verrà compromesso dalla presenza del gene nptII nelle piante GM, data la probabilità estremamente bassa che i geni vengano trasferiti dalle piante ai batteri.

- Il gruppo GMO ritiene assai improbabile che la presenza del gene nptIInelle piante GM possa modificare la diffusa prevalenza di questo gene di resistenza agli antibiotici nelle fonti batteriche presenti nell’ambiente.

- Il gruppo GMO riconferma le conclusioni contenute nel suo precedente parere sui geni marcatori della resistenza antibiotica, in base alle quali l’uso del gene nptII come marcatore selezionabile nelle piante GM (e negli alimenti o nei mangimi derivati) non mette a rischio la salute umana o animale né l’ambiente. Il gruppo GMO dell’EFSA conferma inoltre le precedenti valutazioni sulla sicurezza delle piante geneticamente modificate (e degli alimenti e mangimi da queste derivati) contenenti il gene nptII.

La dichiarazione del gruppo GMO dell’EFSA è stata inoltrata alla CE, agli Stati membri dell’Unione europea (nonché a Norvegia e Svizzera) attraverso il foro consultivo dell’EFSA e all’EMEA. La CE e gli Stati membri potranno quindi tener conto della più recente consulenza scientifica dell’EFSA sul gene nptII quando dovranno esaminare gli aspetti correlati alle autorizzazioni degli OGM Organismo contenente materiale genetico che è stato intenzionalmente alterato e che non si può ottenere in natura mediante incroci o selezioni.

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